OFFICIEL DES NATIONS UNIES, JOURNALISTE ET POÈTE
JUSTICE POUR MARIO PACIOLLA
Sei domande per il Segretario Generale dell’ONU Antonio Gutérres su Mario Paciolla
LANGUE
Al Segretario Generale dell’ONU,
Sua Eccellenza Antonio Gutérres,
Napoli, Italia, 2 agosto 2020
mi chiamo Gennaro Carotenuto e sono un docente universitario italiano, impegnato da sempre nello studio e nella difesa dei diritti umani in America latina. Dal 15 luglio 2020 sono sommamente colpito dalla morte del membro della vostra missione di pace in Colombia, Mario Paciolla, e preoccupato dai mille dubbi che si addensano sulla sua morte. Sono passati 18 giorni, un tempo già troppo lungo, senza sapere nulla di concreto sulla sua fine. Tristemente, molti di questi dubbi riguardano le Nazioni Unite e il suo personale sul campo, e non mi resta che chiedere a lei, nella sua riconosciuta autorità, di chiarirli:
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Cosa ha fatto esattamente il Capo della sicurezza della Missione, Christian Thompson, di fronte alla richiesta di aiuto di Mario Paciolla, appena quattro ore prima della sua morte il 15 luglio? Ha risposto alla chiamata? Si è coordinato con i suoi superiori? Si è attivato in prima persona o ha inviato suoi sottoposti? Chi delle NU è materialmente intervenuto sul posto? Cosa ha materialmente fatto l’ONU, nei molti giorni nei quali Paciolla ha espresso timori per la sua vita, per garantirne la sicurezza? È lecita la domanda: “Mario è stato lasciato solo dall’ONU nelle mani dei suoi aguzzini?”
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Ha sollevato dubbi nell’opinione pubblica, il corposo curriculum nel campo della sicurezza di Thompson stesso, con multiple esperienze in entità private che possono profilarsi come controparte rispetto agli scopi di pace della missione ONU. A tali dubbi l’unica risposta è stata la fragorosa rimozione del CV di Thompson da Linkedin. Era Christian Thompson la persona adeguata ad assicurare la sicurezza di Mario Paciolla e degli altri componenti della Missione?
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La Fiscalia Generale della Colombia accusa la polizia colombiana (SIJIN) di aver permesso alla sicurezza delle Nazioni Unite (SIU) di inquinare il luogo del crimine, rimuovere le pertinenze di Mario Paciolla e riconsegnare l’appartamento dove viveva ed è morto al proprietario, rendendo impossibili accertamenti fondamentali. Varie fonti avanzano dubbi sulla completezza della lista delle pertinenze di Mario Paciolla consegnata alla famiglia, dalla quale mancherebbero alcuni device digitali. Come è possibile tutto ciò?
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Come mai a 18 giorni dalla morte di Mario Paciolla, dall’ONU non è venuto nulla che potesse chiarire i fatti e a tutti gli elementi impegnati sarebbe stato chiesto di rimanere nel più stretto riserbo? Non è inoltre venuto nulla che potesse fugare i molti dubbi sull’operato stesso della Missione. Quale era la natura del conflitto intercorso tra Paciolla e i vertici della Missione, e che autorizza a pensare che il cittadino italiano volesse denunciare dei crimini commessi all’interno della missione stessa? Ritiene che sia utile per l’ONU farsi scudo dietro l’immunità diplomatica piuttosto che rispondere a una necessità di trasparenza?
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L’opinione pubblica attende ormai da troppo tempo notizie sul risultato delle due autopsie effettuate sul corpo dello sventurato Paciolla, un elemento basilare di trasparenza. Può chiarire il ruolo di Jaime Hernán Pedraza, il medico incaricato dall’ONU di presenziare alla prima autopsia sul corpo di Mario Paciolla e in che modo si è relazionato e coordinato con l’Ambasciata italiana e con la famiglia del vostro funzionario? Risponde al vero che abbia indotto la famiglia Paciolla a credere che fosse delegato dall’Ambasciata italiana, ma che così non fosse?
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Oltre ai dubbi specifici sul comportamento ed eventuali responsabilità penali, che speriamo siano accertate in sede legale, la famiglia Paciolla accusa l’ONU di una sostanziale indifferenza e disumanità per la morte del loro congiunto. Non pensa che anche il suo silenzio contribuisca a rendere più tenebroso un caso nel quale l’ONU non può che essere schierata per la Verità e la Giustizia per Mario Paciolla? Non pensa sia ormai ineludibile far sentire la sua voce?
Sottopongo queste domande a lei, certo che possa contribuire a chiarire i dubbi su di un caso che, oltre alla irreparabile morte di Mario Paciolla, sta creando un grande allarme in quanti nel mondo hanno a cuore la difesa dei diritti umani,
Distinti Saluti
Prof. Gennaro Carotenuto
Fonte: gennarocarotenuto.it